mercoledì 22 ottobre 2008

Cari amici italiani

Mi chiamo Cesar Romão e sono un autore brasiliano. Il mio cognome "Romão" (che significa romano) rivela la mia origine italiana così come tanti altri brasiliani. Vivo e lavoro a San Paolo con la mia famiglia. Nel mio paese ho pubblicato numerosi libri di grande successo e alcuni di questi sono stati tradotti in Portogallo, in Spagna, in Germania, in Russia e ora anche in Italia.
Sono laureato in diritto e sono dottore in Amministrazione. Ha studiato alla University of California e alla Richmond University. Da alcuni anni sono il Motivatore ufficiale della forza di Pace dell'ONU, e ho partecipato intensamente alla formazione delle strategie del Comando e della Scuola Militare brasiliana. A San Paolo ho fondato un'associazione "La Fabbrica della Gente" che si occupa di reintegrare nella società i numersosi meninos de rua, i bambini della strada, che popolano la periferia di San Paolo attraverso il lavoro e la formazione specifica.
Con questo blog desidero aprire uno spazio per comunicare e interagire con voi lettori. Per il momento non parlo ancora l'italiano ma mi avvalgo dell'intermediazione dell'editore italiano che tradurrà per me ogni testo.
Un abbraccio a tutti

Cesar Romão

lunedì 20 ottobre 2008

Trova la tua Stella

Correre rischi può fare paura, ma è l’unico modo di avventurarsi in territori sconosciuti e trasformarli in promettenti sfide. Se guardi in fondo al tuo cuore, vedrai quanti rischi hai già corso senza nemmeno accorgertene. L’ignoto è il nostro destino, il luogo del nostro apprendistato, nel quale prendono forma i nostri riferimenti esistenziali.

Tratto dal libro
Trova la Tua Stella
Italianova

Il giardiniere di Dio

Cari lettori, di seguito troverete l'introduzione al mio ultimo libro "Il giardiniere di Dio" pubblicato in Italia dall'editore Italianova (www.italianova.net). Desidero precisare che si tratta dell'edizione economica de "Il Seme di Dio" ed il contenuto è identico. Cambia solo il titolo. E' il libro che mi ha lanciato in Brasile facendomi conoscere al grande pubblico, ora un grande classico della spiritualità brasiliana arrivato alla 25ma edizione. L'amico Paulo Coelho, già conosciuto in Italia, mi ha inviato questa dedica:
Caro amico Cesar Romão, benvenuto nel club dei giardinieri di Dio. Che le tue sementi continuino a fiorire!” PAULO COELHO
Anche il grande Og Mandino mi ha inviato un breve messaggio:
Un grande libro che cambierà la vita di coloro che lo leggeranno. Ve lo raccomando!” OG MANDINO

Leggete e fatemi sapere.
Un saluto
Cesar Romão



Presentazione
Questo libro è molto più che una storia di fede e di amicizia. È un incontro con la vera spiritualità che vive in ciascuno di noi, spesso sepolta sotto il cumulo di polvere degli impegni quotidiani per la sopravvivenza che allontanano il nostro cuore dal cammino della vita vera.
Ogni seme racchiude in sé il principio di tutto. Tutto comincia da un seme. Negli alberi ci sono molti semi, ma in essi non troviamo l’albero. Gli alberi cresceranno solo se il desiderio di coltivarli sarà sostenuto dal nostro cuore e dalla nostra fede.
Molte volte nel mezzo del cammino ci scontriamo con cose apparentemente insignificanti alle quali diamo poca o nessuna importanza, perché sono solo dei banalissimi semi; la nostra visione di coltivatori è così alienata da impedirci di dar loro il dovuto valore.
Un’amicizia può cominciare dal seme di un piccolo sorriso, da un piccolo segno di affetto o di cordialità, così come una grande opportunità può sorgere dal semplice gesto di rispondere a un impulso del nostro intimo. Caratteristica di quelli che sanno seminare è riconoscere nelle piccole cose la possibilità di qualcosa di grande e positivo per sé e per il proprio spazio vitale. Il coltivatore di ostriche riesce a vedere in un granello di sabbia la perla che non esiste ancora ma che nascerà non appena lo si porrà dentro alla conchiglia e si lascerà la natura seguire il suo corso.
La spiritualità consiste nel saper vedere al di là degli occhi, al di là dei fatti e al di là di tutto ciò che può essere toccato e capito. Consiste nel vedere e coltivare le amicizie dove ancora non esistono, nel mettere l’amore dove non è ancora arrivato, nel creare opportunità dove ancora non ve ne sono. Vivere in stato di spiritualità è vedere l’albero in un seme e lasciare che la natura faccia la sua parte.
Molte persone perdono l’occasione di vivere relazioni felici o non raggiungono il successo professionale perché riescono a vedere solo ciò che il mondo mostra loro, dimenticando che hanno il potere di seminare; hanno trovato la strada ma non riescono a percorrerla perché hanno seppellito sotto terra le loro capacità e il loro desiderio di essere abili nell’arte di vivere. Essere abili significa seminare lo sforzo sul cammino dei risultati positivi usando come strumento le proprie capacità.
Vivere la vita del mondo è essere un lavoratore qualunque in mezzo a un campo. Vivere la vita del proprio cuore è essere un seminatore, qualcuno che trasforma qualcosa a beneficio di se stesso e delle altre persone coinvolte nella sua esistenza.
Un amico, un amore o un buon lavoro non si trovano sugli alberi ma nel seme di un perdono, di un gesto d’affetto, di uno sforzo.
La principale missione dell’essere umano è seminare la propria essenza, coltivando il mondo come una divina fattoria della quale Dio erediterà il granaio. È Lui che ci ha lanciati con un suo soffio nell’universo e che ci raccoglierà dalla terra.
Una leggenda della tradizione Sufi narra che un re aveva deciso di organizzare la festa più bella e più stravagante della storia di quel regno. Tutta la corte era stata invitata. I partecipanti giungevano al suo splendido palazzo vestiti in modo sfarzoso. Gli spettacoli seguivano l’abituale protocollo con tutta la ricercatezza richiesta dalla maestà di un re: esibizioni di ballerini provenienti da paesi lontani, giocolieri e altri raffinati divertimenti. Ma, malgrado la dettagliata organizzazione, gli invitati cominciarono ad accorgersi che in quella festa non era rappresentata l’arte della tavola. Non c’era niente che avrebbe potuto saziare la fame che tutti cominciavano a provare col passar delle ore. Né a palazzo né altrove nel paese si era mai verificata una situazione di quel genere, e intanto la festa continuava offrendo al pubblico, a ritmo sempre più accelerato, un meraviglioso spettacolo di musicisti e ballerini.
Quando ormai si stava per perdere il controllo della situazione e la fame era diventata insopportabile, finalmente il re invitò i suoi ospiti a trasferirsi in una sala speciale per la cena.
Senza potersi contenere, la moltitudine si precipitò verso un enorme pentolone pieno di una minestra dall’aroma delizioso, che troneggiava al centro del tavolo.
Quando gli invitati provarono a servirsi, però, scoprirono con sorpresa che non c’erano piatti, scodelle o cucchiai di dimensioni accessibili ma solo degli enormi cucchiai di metallo di oltre un metro di lunghezza. Ogni tentativo di mangiare aveva come unico risultato grida di dolore e di delusione. Gli smisurati e roventi manici di quei cucchiai non permettevano di portare alla bocca la succulenta zuppa perché era impossibile tenerli in mano, a meno di usare un’asta di legno alla loro estremità.
Nella disperazione generale, mentre tutti cercavano invano il modo di mangiare, il re, tenendo un cucchiaio per il manico, imboccò il proprio vicino. Avendo finalmente capito che l’unico modo di nutrirsi in quel bel palazzo era servire il prossimo ed essere serviti, tutti imitarono il gesto del re e poterono saziarsi.
Servire ci rende partecipi dell’universo e ce lo fa comprendere più a fondo. È nel servizio che scopriamo la strada per realizzare le nostre aspirazioni e i nostri desideri, diventando veri giardinieri di Dio.
Buona lettura.

Cesar Romão